DEPRESSIONE MAGGIORE

La Depres­sione Mag­giore è un dis­tur­bo tra i più noti e dif­fusi e può man­i­fes­tar­si con diver­si liv­el­li di gravità.

Sem­bra che ne sof­fra il 10–15% del­la popo­lazione con una fre­quen­za mag­giore nelle donne. Ques­ta dif­feren­za pare sia dovu­ta al fat­to che le donne rispet­to agli uomi­ni ven­gono edu­cate ad essere più dipen­den­ti e meno reat­tive ai vis­su­ti depressivi.
Le per­sone che sof­frono di Depres­sione pre­sen­tano un umore depres­so e tris­tez­za per la mag­gior parte del­la gior­na­ta che si man­i­fes­ta con sen­so di inadeguatez­za, perdi­ta di energie e di inter­es­si, con bas­sa capac­ità di con­cen­trazione, perdi­ta di appeti­to irri­tabil­ità, inson­nia e spes­so anche con sen­si di col­pa e pen­sieri di morte.
Chi sof­fre di questo dis­tur­bo, di soli­to ha una visione neg­a­ti­va di sé, del mon­do e del pro­prio futuro e ha la ten­den­za ad ampli­fi­care gli aspet­ti neg­a­tivi del­la pro­pria vita e a min­i­miz­zare quel­li positivi.
Inoltre i com­por­ta­men­ti di evi­ta­men­to tipi­ci delle per­sone depresse, favoriscono lo svilup­po di cir­coli viziosi che man­ten­gono nel tem­po l’umore depresso.
Spes­so accade che le per­sone depresse provano apa­tia e dis­in­ter­esse per qua­si tut­to, smet­tano di uscire, evi­tano il con­tat­to con le altre per­sone e trascor­rono il tem­po in attiv­ità pas­sive, come guardare la tele­vi­sione, stare a let­to e a rimug­inare sui pro­pri prob­le­mi. Tali com­por­ta­men­ti man­ten­gono la depres­sione per­ché impedis­cono di vivere espe­rien­ze grat­i­f­i­can­ti e di mod­i­fi­care le idee neg­a­tive su loro stes­si, sul mon­do e sul loro futuro.
Inoltre l’evitamento nell’affrontare le incomben­ze quo­tid­i­ane, non per­me­tte di sper­i­menta­re il sen­so di “effi­ca­cia per­son­ale” per­pet­uan­do così l’insoddisfazione nei pro­pri confronti.
Si par­la di Depres­sione Sec­on­daria quan­do si man­i­fes­ta a segui­to di altre malat­tie o all’assunzione di par­ti­co­lari farmaci.

La Depres­sione è una patolo­gia com­p­lessa alla cui orig­ine c’è un con­cor­so di cause genetiche, bio­logiche, ambi­en­tali o psicosociali.
Tra i fat­tori pre­dispo­nen­ti c’è la famil­iar­ità sul­la quale pos­sono inter­venire fat­tori sca­tenan­ti come la perdi­ta di un con­giun­to, la perdi­ta del lavoro, una sep­a­razione o una malat­tia. Di soli­to i fat­tori ambi­en­tali han­no mag­giore ril­e­van­za per il 1° e 2° esor­dio ma non per quel­li suc­ces­sivi. Dal pun­to di vista bio­logi­co le cause del­la Depres­sione ven­gono fat­te risalire a mod­i­fi­cazioni nel­la rego­lazione di alcune sostanze come i neu­ro­trasmet­ti­tori e gli ormoni (es. depres­sione post partum).
Quan­do una per­sona pas­sa da uno sta­to di benessere ad una dimin­uzione di inter­esse e di piacere per le attiv­ità abit­u­ali, con inson­nia e stanchez­za immo­ti­va­ta, è oppor­tuno che si riv­ol­ga ad uno specialista.

TERAPIA

La Ter­apia Cog­ni­ti­va Com­por­ta­men­tale si è dimostra­ta par­ti­co­lar­mente effi­cace per la cura del­la Depressione.
Ven­gono uti­liz­za­ti trat­ta­men­ti per­son­al­iz­za­ti che mira­no ad aiutare i pazi­en­ti sia a svilup­pare nuove modal­ità di pen­siero più fun­zion­ali e utili al pro­prio benessere, sia ad acquisire migliori abil­ità per affrontare le dif­fi­coltà quo­tid­i­ane e le situ­azioni che han­no favorito l’insorgenza del dis­tur­bo depressivo.
Spes­so, nei casi più gravi, è nec­es­sario che il trat­ta­men­to psi­coter­apeu­ti­co ven­ga abbina­to a quel­lo farmacologico.

A CHI RIVOLGERSI?